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Monte San Vito

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Benvenuti a Monte San Vito, paese sorprendente per cultura, lavoro e bellezza. Antica terra Malatestiana, il dolce ed incantevole paesaggio collinare, a ridosso del mare Adriatico, offre oggi una amena tranquillità, prodotti tipici (Olio, Vino Lacrima DOC) ed un panorama unico. 

Arte e Cultura

Di notevole interesse storico risulta essere il Palazzo Malatesta, attualmente sede municipale, fatto erigere dai signori Malatesta agli inizi del XV secolo. L'edificio si sovrappone ad un fortilizio precedente, del quale si conservano alcune strutture, che nel 1430 Carlo Malatesta cedette al Comune.
Il Palazzo ha subito dal secolo XVI sostanziali modifiche, conservando però la sua originaria localizzazione planimetrica. Il grande fornice al centro della facciata, privato dell'infisso e del ponte levatoio è ciò che rimane della porta d'accesso al castello medioevale. Nella sala consiliare, recentemente restaurata, si conservano sette tele di prospettive architettoniche, anch'esse restaurate, attribuite a Lorenzo Daretti.

Lorenzo Daretti, pittore ed architetto attivo nella seconda metà del XVIII secolo, probabilmente di nascita anconetana, si formò alla scuola bolognese del Bibbiena, presso la quale apprese l'arte della rappresentazione prospettica.
Le opere mettono in rilievo il carattere familiare della bottega dei Daretti, mostrando in almeno due di essere, la presenza di più mani, che determinano, seppure nella unitarietà della concezione dell'apparato decorativo, una non omogeneità nei risultati pittorici. Le tele si fanno apprezzare per una solida costruzione generale, per la ricchezza dei dettagli architettonici e per una grande accuratezza nell'esecuzione. Oltre alle sette tele attribuite a Lorenzo Daretti, il Palazzo Comunale ospita anche 12 tempere nelle lunette del soffitto della Sala adiacente a quella consiliare: sono opere di Carlo Boria, pittore di Chiaravalle, e realizzate negli anni Ottanta; rappresentano i momenti salienti di vita e di storia locale del Novecento.

Biblioteca Comunale Archivio Storico  

Terminato il lavoro di inventariazione e catalogazione, è ospitato all'interno della Biblioteca Comunale. L'Archivio storico rappresenta la memoria storica della comunità di Monte San Vito, centro nevralgico della vallata dell'Esino. Nonostante le perdite, il materiale a disposizione è abbastanza consistente; quello più antico è datato 1428. Tra le singole unità archivistiche segnaliamo:  Archivio diplomatico, libri del Podestà, decreti consiliari, lettere dei superiori, terre a cottimo e livelli, libri segreti, catasto, stato civile napoleonico.
Nell'Archivio hanno trovato posto alcune pergamene rinvenute successivamente, di queste le più significative sono:

  • Supplica e concessione: I massari del castello di Monte San Vito chiedono ai Malatesta "certe case e casalini" che si trovano intorno al cassero e in qualunque altra parte del castello che sia utile al Comune. - 16/18 ottobre 1430.
  • Concessione in forma di Breve: Paolo V° concede alla comunità di Monte San Vito il diritto di essere terra ovvero Oppidum con tutti gli onori e i privilegi di cui godono le terre dello Stato Ecclesiastico.- 24 Agosto 1605.
  • Breve: Clemente XIV° (Lorenzo Ganganelli) risponde alle congratulazioni che i Priori di Monte San Vito gli hanno inviato per l'elezione a Pontefice. Vi è un riferimento al Convento dei Frati Minori dove il Papa fu annoverato tra i figli onorari. - 18 novembre 1769.
  • Breve: il Cardinale Ippolito Aldobrandini autorizza lo spostamento della Fiera dal giorno di San Rocco, 16 agosto, al 15 giugno festa del patrono San Vito Martire. - 4 giugno 1638.

Uno Stemma ligneo con tiara papale (triregno) è sistemato presso la biblioteca comunale, esso presenta un drago rosso sormontato da un'aquila nera, risultando essere lo stemma gentilizio del Pontefice Paolo V° (Camillo Borghese) che ha regnato dal 1601 al 1621. La presenza dello stemma a Monte San Vito è dovuta certamente al fatto che Paolo V° con un suo "breve" del 24 agosto 1605 dichiarò Monte San Vito "Terra" cioè Città libera.

Frantoio Storico

Il frantoio risale al XVII secolo e costituisce una preziosa testimonianza di archeologia agricolo-industriale. Recentemente, grazie ad un contributo concesso dalla Regione Marche, è stato recuperato e restaurato, quindi trasformato in museo per fini turistici, ma soprattutto per testimoniare la vocazione di Monte San Vito alla produzione di olio d'oliva di pregevole qualità. Posto sull'antica "Via Grande" oggi Via Gramsci nel centro storico, il frantoio costituisce un complesso di notevole interesse storico, non tanto per le proprie caratteristiche architettoniche, che non possono dirsi monumentali o di elevato pregio, quanto piuttosto per la particolarità di essere rimasto nel tempo pressoché inalterato e corredato dalle apparecchiature originali.

 

Il Teatro

Il "Teatro condominale La Fortuna" nasce nel 1757 grazie ad un gruppo di notabili monsanvitesi che decidono di riunirsi per fondare un teatro, che ponga Monte San Vito alla pari con gli altri centri importanti della provincia in cui ugualmente si assisteva alla nascita di strutture teatrali. L'atto notarile all'epoca stipulato, ancora conservato, concorda la cessione del locale di proprietà del sig. Giovan Battista Bracchi, utilizzato come "mulino da olio", a 18 notabili monsanvitesi, i quali destinarono il locale a teatro "condominale" in quanto di proprietà di privati cittadini.

Le spese di ristrutturazione e di adattamento alla nuova destinazione d'uso furono sostenute dai diciotto condomini, il vecchio mulino, tolti i frantoi, si presentava come uno stanzone lungo circa 18 metri, a pianta rettangolare, ribassato di circa un piano rispetto alla sede stradale su Via Marconi dove si trova ancora oggi l'ingresso. L'opera era disponibile già l'anno seguente, il 1758, anche perché per il momento non furono costruiti i palchi lasciando quindi solamente i sedili sull'impianto della platea. La costruzione dei palchetti avvenne successivamente grazie ai proventi delle prime rappresentazioni, furono creati due ordini sovrapposti di undici palchi ciascuno che venivano assegnati ogni anno, il 2 dicembre, nel giorno di San Tommaso, dall'adunanza dei condomini.

Centro Culturale Carlo Urbani

Il centro nasce sul recupero dell’edificio riconosciuto come fabbrica cinquecentesca del monastero “La Visione”, divenuto nel 1903 sede del Consorzio Agrario. L’obbiettivo del recupero è stata la riqualificazione dell’edificio come polo per la crescita turistiche culturale dell’intero territorio. L’amministrazione comunale ha portato ha restituire ai cittadini questo pezzo di storia, che già dal 1600 faceva parte del tessuto urbano di Monte San Vito. La valorizzazione del patrimonio edilizio storico ha portato ad recupero contraddistinto da una ricerca accurata e da uno studio degli elementi fondativi caratterizzanti la struttura stessa. La struttura si caratterizza per l’elegante accostamento dell’architettura storica originale e moderna ed innovative soluzioni.

Il Centro si sviluppa su due piani ed ospita sei sale, ognuna delle quali offre una risposta adeguata a specifiche esigenze. Al piano terra, nella zona dell’abside, parte terminale della sala che dovrebbe essere tenuta diventare l’oratorio del Convento ma mai portata a termine, è stata realizzata la sala conferenze recuperando la struttura lignea originaria con l’ausilio di due capriate in acciaio.

SALA DELLA BARULLA

  • La nuova sala, recuperata in seguito agli scavi effettuati, è formata da quelle dovevano essere le probabili fondamenta dell’oratorio con la presenza di un bell’arco ogivale del quale non è stata ricostruita la funzione. Questo ambiente presenta tre archi di collegamento con l’atrio, chiusi, al momento degli scavi , da “barulle” in mattoni a sostegno della terra di riempimento presente verso Via Gramsci. A ricordo di questo, l’arco è stato tamponato con un muro ad una testa a forma di barulla.

SALA DEL VOLTONE

  • La sala voltata con nicchie laterali, probabile nichia del soprastante oratorio ed utilizzata forse come frantoio, è stata recuperata come spazio per mostre.

SALA DEL GRANO

  • Al piano seminterrato nell’atrio di distribuzione degli ambienti presenti, è visibile un pavimento in cotto recuperato nel corso degli scavi.

SALETTA ESPOSIZIONE

  • L’annesso è stato ricostruito come uno spazio affiancato al volume principale dell’oratorio ma distaccato da esso, da utilizzare a piccola sala mostre.    

Luoghi di Preghiera

  • Chiesa Collegiata San Pietro Apostolo
  • Chiesa San Giovanni Apostolo

 

GUARDA I VIDEO

1° Parte Comune Monte San Vito




 

2° Parte Comune di Monte San Vito


 

  Monte San Vito anche nella pagina Facebook di AvventuraMarche

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